Cos’è la biodiversità e perché è importante preservarla

IN QUESTO ARTICOLO PARLEREMO DI:
- Che cos’è la biodiversità
- Perché la biodiversità è importante
- Cosa minaccia la perdita della biodiversità
- Come preservare la biodiversità
CHE COS’E’ LA BIODIVERSITA’
La biodiversità è un termine, coniato nel 1988 dall'entomologo americano Edward Osborne Wilson (Birmingham 1929 - Burlington 2021) che lo ha usato per indicare la diversità biologica presente nel nostro pianeta definendola «la materia stessa della vita». Questa definizione con il tempo ha assunto un significato molto ampio ed è stata meglio precisata. Infatti oggi il termine biodiversità comprende non solo ogni essere vivente che vive in un determinato ecosistema (o habitat), ma che interagisce anche con le altre specie e con i fattori pedoclimatici in esso contenuti quali a esempio il clima, la temperatura, i gas ambientali, il terreno ecc. Insomma, tutto ciò che definisce un ambiente. E non solo, un determinato habitat con la sua biodiversità comprende anche la diversità genetica, fondamentale per il perpetuarsi della specie.
Vediamo più nel dettaglio di cosa sto parlando.
Diversità di specie: rappresenta il numero di specie che si trovano in un determinato ecosistema. Se pensiamo che oggi si stimano circa 10 milioni di specie sulla terra di cui però solo 1,9 milioni sono state nominate e catalogate e ciascuna di queste specie vive in un suo ecosistema... c’è da avere quasi paura. Allora quando guardiamo un campo di grano, perché vediamo solo le spighe? In realtà se ci soffermassimo a osservare più attentamente, vedremo altre specie vegetali, le cosiddette infestanti, per non parlare di tutte le specie di parassiti animali e vegetali che vivono sulle piante stesse e delle specie animali e vegetali che vivono nel terreno grazie alle quali la terra si trasforma in modo da rendere gli elementi nutriti disponibili per le piante, oltre che migliorare la struttura stessa del terreno… un piccolo grande mondo e una enormità di specie diverse.

Diversità genetica
: è la ricchezza del patrimonio genetico delle diverse specie (parliamo proprio di DNA e dei suoi geni) che viene ereditata dai genitori e che viene trasmessa alle generazioni future. Questo aspetto è certamente il più importante nel contesto della biodiversità perché come abbiamo detto, è vero che l’attuale biodiversità è un grande progetto andato a buon fine, nel contesto di determinate condizioni ambientali, ma se le condizioni ambientali mutano (come di fatto sta accadendo da diversi anni ed è accaduto non sappiamo quante volte nel corso dei 3,8 miliardi di anni di storia della terra), gli organismi devono avere la plasticità per far fronte ai cambiamenti. E questo è dato esclusivamente dal loro patrimonio genetico: solo chi è in grado di adattarsi e mutare, sopravviverà. Le mutazioni sono alla base dell’evoluzione. Avere la pelle nera, più vantaggiosa per chi vive in territori molto soleggiati o la pelle bianca più adatta per chi vive invece in zone meno calde e meno soleggiate, è una caratteristica genetica, un’evoluzione della specie umana che si è adattata con il tempo, all’habitat in cui viveva (eppure siamo tutti uomini). Chi non è riuscito ad adattarsi, non è sopravvissuto.Diversità di ecosistema. Abbiamo visto che il DNA determina le caratteristiche di un individuo che va a formare la popolazione di una specie. Gli individui di specie diverse interagiscono tra loro per formare le comunità. Queste comunità interagiscono dinamicamente con tutti i componenti ambientali abiotici cioè non viventi, come acqua, clima, minerali, rocce ecc., per formare un ecosistema.
Gli ecosistemi presenti sul nostro pianeta sono veramente tanti. Abbiamo:
- ecosistemi marini che a loro volta comprendono gli ecosistemi di acqua dolce e salata con tutti i sotto ecosistemi che ne derivano;
- ecosistemi terrestri con le foreste, la savana, la steppa, i deserti, la tundra, la taiga, la macchia mediterranea, le zone polari e i ghiacci e le praterie;
- ecosistemi artificiali creati dall'uomo quali gli ecosistemi urbani e industriali, gli ecosistemi rurali e gli ecosistemi agricoli.
Ogni ecosistema con la sua biodiversità può avere dimensioni estremamente variegate: dalla terra contenuta nel vasetto della pianta di basilico che teniamo sul davanzale, allo stagno dietro casa, al contenuto del nostro stomaco o alla vita nella grande barriera corallina… Questi sono tutti habitat ecologici o ecosistemi di cui è possibile conoscere la biodiversità.
Se da una parte i deserti e le regioni artiche sono gli ecosistemi meno differenziati con una minore complessità e inferiore numero di specie, viceversa le foreste pluviali tropicali o le barriere coralline sono un brulicare di biodiversità e diversità ecologica. Tutte le specie presenti però, sono ecologicamente importanti per l'equilibro non solo del loro ecosistema, ma di tutti gli ecosistemi a essi collegati.

All'interno di questi ecosistemi dobbiamo però considerare non solo il tipo di terreno, le sue caratteristiche topografiche e geologiche (importanti nel determinare quali specie animali e vegetali possono vivere in esso) ma anche i livelli trofici a disposizione degli animali e delle piante, vale a dire come le specie interagiscono con quello specifico ecosistema, il clima, l'inquinamento o l'impatto antropico e ogni altra variabile che fa parte di quel particolare habitat.
PERCHÉ LA BIODIVERSITÀ É IMPORTANTE
Purtroppo spesso abbiamo la presunzione di pensare che se una specie non è utile all’uomo, non è importante che viva. Riteniamo importanti gli animali da compagnia, le piante che ci sono utili per la nostra salute, altre per la nostra nutrizione, altre perché ci danno i materiali da costruzione… la lista è lunga ma è fondamentale cambiare questo pensiero perché tutte le specie viventi sono importanti per il semplice fatto che fanno parte della storia naturale del mondo e che se sono qua, se hanno resistito all’evoluzione, c’è un motivo, vuol dire che sono importanti per la vita sul pianeta. E questa non è etica della biodiversità, è intelligenza, conoscenza e rispetto per la vita perché ciascuna specie ha un suo valore intrinseco, indipendente dall’uso che se ne può ricavare.
Pensiamo alle cozze, alle vongole, alle ostriche delle nostre acque. C’è chi pensa che al di là di un piatto di spaghetti non servano ad altro. In realtà tutti i bivalvi hanno un’importanza enorme in quanto sono delle vere e proprie spugne perché filtrano gli inquinanti presenti nell’acqua creando un ambiente più sano per tutte le altre specie.
Vediamo pertanto che cosa la biodiversità garantisce all’uomo:
Sicurezza alimentare
I due terzi del cibo che mangiamo è ottenuto da una decina di colture, mentre ci sono migliaia di specie vegetali che potremo coltivare e mangiare, diversificando. Questa situazione, rende il nostro sistema alimentare vulnerabile alle diverse condizioni climatiche, ai parassiti e alle malattie. Potremmo sopravvivere senza patate, riso, grano o soia? Aumentare e conservare la biodiversità nel nostro sistema alimentare è essenziale. Oppure orientarsi verso una dieta a base vegetale potrebbe aiutare nella transizione verso tipi di proteine più sostenibili.Se vogliamo sia biodiversità che cibo sano, cambiamo il modo in cui produciamo e consumiamo il cibo.
Aria e acqua pulite
Si sa, gli alberi tramite la fotosintesi clorofilliana assorbono l'anidride carbonica che trasformano grazie al sole e all'acqua nello zucchero necessario al loro sostentamento e come prodotto di scarto ci regalano l'ossigeno, per noi tanto prezioso. I batteri scompongono il materiale organico in sostanze nutritive. Le api impollinano i fiori consentendo alla pianta di riprodursi… Senza tutte queste creature viventi, come potremo sopravvivere? Maggiore è la biodiversità, maggiore è la quantità di questi preziosi ed essenziali servizi ecosistemici che possono salvaguardare il futuro della vita sulla terra.

Il cambiamento climatico sarà molto più lontano
La natura è fondamentale per la lotta ai cambiamenti climatici. Infatti la distruzione delle foreste, delle tundre, degli oceani, rilascia gas serra, accelerando il riscaldamento globale. Le ricerche mostrano che una foresta composta da tante specie diverse, assorbe più carbonio. Oltre ciò la diversità della natura forma una barriera contro le condizioni meteorologiche estreme come tempeste, incendi e frane.
Risorse naturali e materie prime
Il nostro cibo, l’energia fossile (carbone, petrolio, gas naturale), l’energia alternativa (geotermica, solare, idroelettrica, marina, eolica, energia da biomasse), i materiali da costruzione, le medicine… sono fornite dalla natura. Se queste risorse dovessero scomparire come faremo? La soluzione per avere energia sostenibile potrebbe essere dietro l’angolo se ci sforzassimo di proteggere gli ecosistemi e le varietà vegetali per valutarne il potenziale. La biodiversità è quindi una "polizza assicurativa" contro i cambiamenti sconosciuti del futuro se solo avessimo l’intelligenza di capirlo.
Interconnessione delle specie
Tutte le specie animali e vegetali sono interconnesse tra loro. Gli animali si nutrono delle piante, le piante delle sostanze presenti nel terreno e nell’aria, gli animali carnivori degli animali erbivori e così via. Se una specie o un ecosistema scompare, può seguire una reazione a catena grazie alla quale alcune specie potrebbero non essere in grado di sopravvivere. Se aumenta la biodiversità genetica, le specie saranno meno vulnerabili e probabilmente riusciranno ad adattarsi ai cambiamenti.
Una migliora qualità della vita
La natura e la biodiversità sono benefiche per la nostra salute, il benessere e la qualità della vita. Le persone si sentono meglio immerse nella natura, interagiscono in modo più positivo e si riprendono più velocemente da una malattia. Il turismo e il settore del tempo libero dipendono dalla natura. L’uomo si identifica con i luoghi che ama visitare: potresti essere un vero Tarzan o sentirti a casa in montagna o sulla spiaggia. Vari stili di vita e usanze culturali non possono sopravvivere senza la natura da cui dipendono.
COSA MINACCIA LA PERDITA DELLA BIODIVERSITÀ
La perdita della biodiversità si riferisce allo spostamento o all'estinzione non solo di una o più specie, animale o vegetale, ma anche degli ecosistemi nel quale vivono. Oggi i biologi stimano che le estinzioni sono molto superiori al tasso normale di estinzione della storia della terra. Ciò vuol dire la perdita di decine di migliaia di specie nel corso della nostra vita. Vediamo allora quali sono le principali cause che provocano la perdita della biodiversità.
La minaccia umano e l’urbanizzazione
La certezza ormai chiara a tutti è che la principale minaccia alla perdita della biodiversità del pianeta è di fatto l’uomo. Siamo noi.
La popolazione umana richiede risorse per sopravvivere e crescere, e molte di queste risorse vengono rimosse senza criterio e in modo insostenibile dall'ambiente. Pensiamo alle nostre città ormai invase dagli animali cosiddetti selvatici: cinghiali, orsi, gabbiani che abbandonano i loro habitat naturali per scorrazzare nelle nostre città. Perché? Perché nel loro ambiente naturale non trovano più di che vivere e si nutrono pertanto della nostra spazzatura. La vita vegetale non è più sufficiente per sostenere grandi popolazioni di erbivori perché abbiamo distrutto il loro habitat e cercano di adattarsi a vivere in un ecosistema innaturale. Invece di avere le piante che nutrono gli erbivori o gli onnivori che a loro volta nutrono i carnivori, è lo spreco alimentale umano che diventa il loro cibo.
L’inquinamento
Il riscaldamento globale e l’inquinamento sono una pesante minaccia per la biodiversità ed è da considerarsi una causa biotica e non abiotica perché è ancora l’essere umano, responsabile dell’inquinamento. L’inquinamento delle acque con la plastica, le fuoriuscite di petrolio, i metalli pesanti rendono intere aree inabitabili; l’inquinamento dell’aria con l’industrializzazione; l’inquinamento del suolo con l’agricoltura intensiva; l’emissione di gas serra dovuta a tutta l’attività antropica; l’emissione di polveri sottili da parte delle auto e dell’attività industriale… e tanto altro. Tutto questo altera il funzionamento dei diversi ecosistemi con le conseguenze che abbiamo visto.

Le specie invasive
Le specie che si trovano al di fuori del loro contesto storico e geografico causano pesanti danni ecologici e/o economici. Le specie invasive possono prevalere o superare le specie autoctone, a volte causandone l'estinzione o l'estirpazione. Esempio sono il pesce gambusia (Gambusia affinis) introdotto intorno agli anni ‘20 per combattere le zanzare ma che oggi sta decimando i pesci, i crostacei autoctoni e gli insetti nativi. Per non parlare della terribile Vespa velutina di recentissima introduzione. Si tratta del calabrone asiatico che può avere un impatto disastroso sulle api (delle quali si nutre) e di conseguenza su tutta l’apicoltura in quanto da noi non ha predatori.

Certamente la presenza di una specie invasiva potrebbe essere un fatto naturale, risultato di uno spostamento di una specie da un territorio a un altro. Certo è però che sono per lo più i trasporti umani (via aria, via terra e via mare) i principali responsabili dell’introduzione di specie invasive che causano inevitabilmente la modifica della biodiversità locale.
L’eccessivo sfruttamento delle risorse del pianeta
Tutto ciò che è eccessivo è dannoso, questo come principio generale. La pesca eccessiva, la raccolta indiscriminata di specie animali e vegetali alterano l’equilibrio tra le specie, provocando il cambiamento in quell’ecosistema. Il cambiamento probabilmente non si vedrà nel breve periodo ma nel lungo periodo si avrà una minore riproduzione di quella specie che casomai si nutriva di particolari alghe che a quel punto, essendo predate in maniera inferiore, inizieranno a proliferare, a ricoprire vaste aree alterando pertanto l’equilibrio dell’ecosistema con anche la morte o la migrazione di tutte quelle specie che si nutrivano di quelle specie.
Anche con l’agricoltura intensiva si danneggia gravemente il terreno esautorandolo di tutti i suoi nutrimenti che vengono reintegrati con i prodotti chimici soprattutto a base di azoto che è uno dei principali responsabili del riscaldamento globale e del cambiamento climatico.
Un circolo chiuso di azione ed effetto che riduce gradualmente la biodiversità su scala prima locale e poi planetaria.
Il cambiamento climatico
L’innalzamento delle temperature falsa completamente gli equilibri di tante zone. Per esempio le foreste di mangrovie che sono delle grandi dispensatrici di ossigeno, non solo assorbono grandi quantità di CO2 ma con il loro apparato radicale, proteggono le coste dalle inondazioni, dagli uragani e proteggono il suolo dall’erosione. Sono cibo e casa di numerose specie di pesci a altri animali. Ora, cosa sta succedendo? L’innalzamento della temperatura sta iniziando a spazzarle via perché lo scioglimento dei ghiacciai sta causando l’innalzamento delle acque che comporta l’immersione del tronco della pianta con conseguente morte della stessa.

Vogliamo parlare della corrente del golfo? Questo sì che è ancora più catastrofico. Di fatto la corrente del golfo è un nastro trasportatore lungo circa 10.000 km che porta l’acqua calda e salata dai tropici verso nord garantendo un clima mite nell’Europa centrale e meridionale e in numerose regioni americane, mentre l’acqua fredda va verso sud lungo il fondo del mare, il tutto a una velocità di circa 2 m/s. Di fatto regola il sistema meteorologico sia europeo che americano. A causa dei cambiamenti climatici però, la sua corsa si è notevolmente rallentata. Gli scienziati hanno ipotizzato che sia dovuto allo scioglimento dei ghiacciai e alla conseguente immissione negli oceani di una grande quantità di acqua ghiacciata e dolce. Quest’acqua provoca delle sacche d’acqua fredda che incontrando la corrente del golfo, la rallenta. Oltre ciò l’acqua meno salata ha anche una densità inferiore rispetto a quella salata e questo impedisce alle correnti d’acqua così modificate, di inabissarsi e si rallentano. Questo fatto sta comportando un aumento del numero delle bufere, ondate di calore, abbassamenti di temperatura, che sono già in atto e come conseguenza anche la modificazione/distruzione di una grande quantità di habitat. Dicono gli scienziati che se si continua così si arriverà a un punto di non ritorno, con conseguenze che non possiamo immaginare.
Vogliamo poi parlare dello scioglimento del permafrost in tutto il mondo e in particolare nell’altopiano del Tibet? Il permafrost, tipico delle regioni fredde, occupa il 17% dell’intera superficie terrestre che a causa dei cambiamenti climatici sta iniziando a sciogliersi. Il permafrost è terreno congelato che si sviluppa per diversi metri in profondità nel terreno. Il suo scioglimento è un’enorme minaccia non solo per il clima perché si immetterebbero nell’aria grandi quantità di anidride carbonica e metano, derivati dalla decomposizione della materia organica non più intrappolata nei ghiacci ma non solo. Questa grande quantità d’acqua si sta riversando verso valle, e nel caso dell’altopiano del Tibet, sta comportando la distruzione della vita di milioni di specie animali e vegetali, uomo compreso.

…e potrei continuare a lungo con gli esempi.
COME PRESERVARE LA BIODIVERSITA’
L'Unione europea per il 2030 ha posto in essere diversi obiettivi da raggiungere:
- il ripristino di almeno il 30% tra terraferma e mare della biodiversità preesistente;
- proteggere gli insetti impollinatori tramite precisi piani di controllo per proteggere la biodiversità e preservare la sicurezza alimentare;
- implementare e sostenere le aree verdi urbane che rappresenterebbero un punto di benessere fisico e mentale per l'uomo, a sostengono della biodiversità, con la creazione di tetti verdi, l'agricoltura urbana, la messa al bando dei pesticidi chimici e la riduzione dei fertilizzanti chimici;
- ridurre l'impatto che ha l'agricoltura sull'ambiente con la riduzione dell'uso dei pesticidi e dei fertilizzanti chimici.
Questi sono gli obiettivi dell'Unione europea, ma vediamo cosa noi, comuni cittadini, possiamo fare nella nostra quotidianità per preservare e aiutare il nostro povero e maltrattato pianeta.
Salviamo gli insetti pronubi e in particolare le api
Questi piccoli insetti all’apparenza insignificanti, sono il cardine per preservare la biodiversità e la stessa vita sul pianeta. Grazie a essi si ha il ciclo della vita: dal fiore fecondato dalle api (o dagli altri insetti impollinatori) nasce un frutto che produce i semi dai quali nascerà una pianta che non solo servirà da alimento e protezione per numerose specie viventi ma soprattutto produrrà l’ossigeno che respiriamo. E questo solo per ricordare uno dei benefici che otteniamo dalle piante.


Possiamo aiutare questi insetti evitando di usare nei nostri giardini antiparassitari dannosi per l’ambiente ma optando per prodotti naturali altrettanto efficaci; possiamo piantare piante dai fiori nettariferi per assicurargli l’alimentazione e insegnare ai nostri amici, ai nostri figli, la loro importanza per la vita del pianeta sensibilizzandoli sulla perdita dell’habitat e della biodiversità.
Occupiamoci attivamente della protezione dell’ambiente attraverso la restaurazione delle aree degradate
Diverse associazioni si occupano di questo. Possiamo dare una mano e collaborare con esse alla loro realizzazione. In particolare il WWF (World Wide Fund for Nature) e la P&G (Procter & Gamble multinazionale americana di beni di largo consumo) hanno in essere diversi progetti molto importanti che prevedono quattro aree di intervento: educare le nuove generazioni; promuovere un uso più consapevole dei prodotti; sostenere la formazione dei manager di domani; sviluppare progetti di riqualificazione ambientale. In particolare quest’ultimo punto si sta realizzando grazie al progetto ReNature Italy di WWF Italia per la salvaguardia del pianeta
Compriamo alimenti del territorio
Il consumo di frutta, verdura, carne, uova… che provengono dalla nostra zona non solo riduce l’inquinamento dovuto al trasporto delle merci ma mangiare prodotti autoctoni aiuta anche a preservare la biodiversità della zona e a sostenere l’ecosistema locale.
Controlliamo sempre ciò che compriamo leggendo le etichette facendo quindi una spesa consapevole
Se è possibile compriamo cibi biologici e prodotti che abbiamo poco o nessun imballaggio in quanto inquinanti perché richiedono tempo ed energia per essere prodotti e smaltiti.
Compriamo solo frutta e verdura di stagione
Il consumo di frutta e verdura di stagione ha come conseguenza oltre a mangiare cibi più sani e più ricchi di elementi nutritivi in quanto cresciuti in modo naturale, anche ad aiutare l’ambiente. Infatti la coltivazione in serra richiede un grande consumo di energia per il riscaldamento e una grande quantità di pesticidi per tenere sotto controllo la proliferazione dei parassiti stimolati dal caldo e dall’elevata umidità presente nella serra, oltre all’elevata quantità di fertilizzanti.
Non sprechiamo l’acqua
L’acqua è la base della vita per tutte le creature che vivono sul nostro pianeta e sappiamo tutti che non ne abbiamo in abbondanza, per cui usare delle semplici accortezze nel nostro quotidiano è fondamentale: facciamo delle docce rapide chiudendo il rubinetto quando ci insaponiamo e stessa cosa quando ci laviamo i denti o le mani; chiudiamo l’acqua quando passiamo da un piatto a un altro da sciacquare. Evitiamo di usare saponi antibatterici ma usiamo quelli convenzionali in quanto non contengono sostanze inquinanti… insomma usiamo la testa.
Inoltre avere attenzione per l’uso dell’acqua abbatte anche i costi per la sua distribuzione e per il suo trattamento con un risparmio per la collettività e nostro.
Facciamo un’attenta raccolta differenziata
Un’attenta gestione dei rifiuti ha un importante impatto sull’ambiente e sugli ecosistemi, infatti i rifiuti differenziati vengono usati per produrre nuovi prodotti quindi usando meno risorse della terra e meno energia.
Non usiamo prodotti di sintesi per le nostre piante
Evitiamo l’uso di pesticidi o fertilizzanti di sintesi. In commercio si trovano molte alternative naturali che però possiamo fare anche noi a casa, con quello che abbiamo nel frigorifero: aglio, peperoncino, cipolla… ci possono dare degli ottimi ed efficaci antiparassitari così come gli agrofarmaci mentre i fondi di caffè, il compost, il letame… sono ottimi concimi.
Rispettiamo gli habitat locali
Quando ci troviamo all’aperto e stiamo facendo un’escursione, proteggiamo la biodiversità mantenendoci sui sentieri predisposti, rispettando le piante e gli animali.
Evitiamo la caccia
Purtroppo molti animali sono uccisi dall’uomo o per semplice diletto; oppure per ottenere alimenti non necessari al suo sostentamento; oppure per ottenere pellicce, denti, corna o altre parti del loro corpo; oppure per avere dei semplici trofei di caccia. Alcuni sono anche uccisi dalle barche o dalle reti da pesca come i lamantini, i delfini, le focene, le tartarughe…. Anche se in genere la caccia è regolamentata, purtroppo esiste il bracconaggio che è una piaga sociale nei confronti della quale le autorità preposte non riescono a fare abbastanza. Evitiamola.
Bibliografia consultata
- Permafrost is warming at a global scale
- La corrente del Golfo sta rallentando (e non è un bene)
- How to preserve biodiversity: EU policy (video)
- L’altopiano del Tibet e i cambiamenti climatici: il più devastante disastro annunciato
- Biodiversità